Tutto ciò che
è utile sapere per chi vive, studia o viene in vacanza a Pisa,
la città della meravigliosa Torre Pendente...
ma non solo !!!
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Mosaico di sapori
di Cristina Tiliacos
Stretto fra le province di Lucca, Firenze, Siena, Grosseto e Livorno
e il Mar Tirreno, il territorio pisano comprende il Valdarno inferiore,
il bacino del Cecina e il tratto terminale del Serchio. A settentrione,
lungo il corso inferiore dell’Arno, troviamo un’area prevalentemente
pianeggiante; a sud est del capoluogo un gruppo di bassi rilievi,
ondulati e gentili, corre parallelo alla costa tirrenica. La provincia
offre una grande varietà di paesaggi ed ecosistemi, che vanno dai
verdi contrafforti dei Monti Pisani alle sabbie ed alle marne delle
Colline Metallifere, boscose e quasi disabitate; dai bianchi calanchi
del Volterrano coperti di vigneti e oliveti, alle piane dell’Era e
dell’Elsa dove le rosse terre argillose si alternano alle superfici
sabbiose, dai soffioni boraciferi di Larderello alla fertile regione
deltizia del sistema Arno-Serchio, per approdare ad una fascia costiera
orlata di dune e meravigliose pinete. Il clima reso mite dal benefico
influsso delle brezze marine e l’abbondanza di corsi d’acqua rendono
queste terre particolarmente vocate all’agricoltura. Le pianure sono
intensamente coltivate a cereali, foraggi e barbabietola da zucchero.
Importante anche la coltivazione del tabacco di varietà Kentucky,
quello con cui si fa il famoso Sigaro Toscano. Non è da meno il “paniere”
degli ortaggi, che vanta prodotti d’eccellenza quali la zucchina “mora”
e il carciofo di San Miniato, una delle varietà più saporite, già
noto nella cucina medicea. Fra le altre produzioni orticole di pregio
spiccano due i pomodori “pisanello” e “costoluto fiorentino”, il cavolfiore
toscano, i legumi (piselli, ceci e fagioli) e una rara qualità di
patata, la Santa Maria del Monte. Quindi la frutta, in primis la ciliegia
di Lari, di cui si conoscono ben 19 varietà locali, le pesche, l’uva
“colombana” di Peccioli, pregiata cultivar da tavola particolarmente
adatta alla pratica dell’appassimento, le angurie ed i meloni di Bientina.
E non dimentichiamo i pinoli, i migliori d’Italia, che da secoli si
raccolgono nelle pinete di San Rossore e Migliarino. L’allevamento
ha punte di eccellenza rappresentate dai bovini di razza Pisana e
dagli ovini di razza Massese, dai quali discende una rinomata produzione
di formaggi pecorini. Pregevole anche la produzione di salumi, dove
spiccano una serie di specialità assolutamente tipiche.
La zona che fa capo a San Miniato, oltre ad essere notoriamente ricca
di valori storico-artistici e paesaggistici, è una sorta di immensa
tartufaia dove cresce il più prezioso dei frutti del bosco, il Tuber
magnatum pico, meglio noto come tartufo bianco. Tutta quest’area della
provincia è ricca di prodotti naturali di prima qualità quali i funghi,
il miele e le castagne.
Non abbiamo ancora citato l’olivo e la vite, le due piante sorelle
che contrappuntano un po’ tutto il paesaggio toscano. L’olivicoltura
è concentrata soprattutto nel comprensorio dei Monti Pisani (Vecchiano,
San Giuliano Terme, Calci, Buti e Vicopisano), nella Val d’Era (Lari,
Casciana Terme, Lajatico, Peccioli), nel Volterrano e in Val di Cecina.
La viticoltura, rappresentata dal Chianti delle Colline Pisane, dal
Montescudaio, dal Bianco di San Torpé e dai vini dei Colli dell’Etruria
Centrale, è oggi un comparto in piena crescita grazie ad una vocazione
alla qualità e alla specializzazione che pone il Pisano fra le zone
“emergenti” del nostro panorama nazionale.
Cristina Tiliacos.
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