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Nel
parco dei re vita da re
di Fabrizio Carbone
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È
questo lo slogan che promuove il parco naturale di San
Rossore, un polmone verde tra Pisa e il mare in cui la
natura regna sovrana.
Dune
sabbiose, arenili battuti dal maestrale, una
lussureggiante macchia mediterranea. Più indietro,
nell’entroterra, filari di pinete si alternano a
boschi cedui. Una fitta serie di canali porta acqua ai
campi coltivati.
In
fondo si stagliano all’orizzonte le Apuane, bianche
lucenti come il marmo che ancora conservano come un
tesoro prezioso, amato nel mondo.
La
fascia costiera che dalla foce dell’Arno
risale a nord fino al lago di Massaciuccoli è ancora oggi
un luogo di delizie naturali assolute. Per una serie di
favorevoli coincidenze questa parte di confine della Maremma
toscana è in buona parte intatta.
E lo è da otto secoli:
prima, in pieno Medioevo, per colpa della malaria che
aveva fatto fuggire sulle colline contadini e pescatori
lasciando che le pianure divenissero zone umide, regno
dei chiurli e delle gru e delle oche selvatiche. Poi grazie
alla grande famiglia fiorentina dei Medici che scelsero quell’area costiera come loro riserva privata di caccia.
Scomparsi i Medici, quelle terre rifiorirono grazie alle
bonifiche e alla canalizzazione di cui erano maestri i
granduchi di Toscana che fecero diventare queste panure
costiere aree di allevamento brado e di pascolo per vacche
e cavalli, ma anche una fornitissima riserva di
caccia, inesauribile per cinghiali, cervi, daini,
caprioli e per ogni specie di uccelli migratori.
Passata di mano in mano la tenuta di Migliarino San
Rossore divenne oasi di vacanze dei Savoia, divenuti
re d’Italia.
Così
fino alla fine della monarchia, quando la tenuta fu
assegnata alla Presidenza della Repubblica italiana.
La
villa del Gombo, a pochi passi dal mare, divenne la
residenza dei nostri capi di Stato che per decenni usufruirono
della tenuta per trascorrere vacanze, ospitare illustri
personaggi, andare anche a caccia di cinghiali o a pesca
nei piccoli laghi interni.
Nel 1979 la prima svolta: tutta
la zona intoccata dalla speculazione edilizia divenne
parco naturale. Nei nuovi confini l’area protetta accorpò
Migliarino San Rossore alle tenute di Coltano e Tombolo,
la cosiddetta macchia lucchese e il lago di Massaciuccoli,
un tempo famoso sia per la caccia alle anatre che per
aver ospitato, nella villa di Torre del Lago, Giacomo
Puccini, uno dei grandi della musica operistica italiana.
Nel
1995 un’ultima, definitiva svolta: la Regione Toscana
si assunse l’impegno, firmando una convenzione con la
Presidenza della Repubblica, di gestire per un periodo
di dieci anni l’intero parco.
Nel 2000, al termine di
una serie di restauri conservativi, il parco era pronto
ad aprirsi al pubblico. E la dimora del Gombo, divenuta
oggi sede di rappresentanza della Regione Toscana, ha
già ospitato famiglie illustri, come quella di Tony Blair.
Il
premier inglese ha lasciato scritto in italiano questo
suo commento: “Molto grazie per la gentilezza e la
ospitalità, le biciclette erano stupende e i bambini
erano orgogliosi di essere i primi ad averle usate”.
Nel
2000 partivano una serie di iniziative che facevano
capo al Centro visite di San Rossore e alla foresteria
del Casale della Sterpaia.
Il
Casale, che si trova di fianco alle imponenti scuderie
di casa Savoia, ha un primo piano adibito a convegni e
mostre. Al secondo piano una serie di camere, da due a
sei letti, possono essere prenotate per soggiorni e
“settimane verdi”.
La
natura si apriva al grande pubblico che poteva godere,
soprattutto nei periodi primaverili e autunnali, della
presenza di una ricchissima avifauna nel corso del
passo migratorio.
Tutto
questo, è bene ricordarlo, alle spalle di una città ricca
di storia e di arte come Pisa che, di colpo, si trovò
ad avere in dono un polmone verde sensazionale e unico.
Negli ultimi anni il parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli
si è dotato di strutture ricettive tali da permettere
soggiorni natura per scolaresche.
“Nel parco dei re, vita da re” è lo slogan lanciato dai
gestori dell’area naturale protetta che hanno messo in
piedi una rete di servizi di grande importanza.
È possibile visitare il parco
con la spiegazione delle guide, sei giorni alla settimana
a partire dal martedì; si possono fare gite in carrozza,
le più ambite, dietro prenotazione al centro visite della
Sterpaia. Ultima novità è l’entrata in funzione di un
treno che permette di visitare, con un tracciato di 30
chilometri, le zone più interessanti del parco.
Il trenino
è l’esatta riproduzione in scala di un modello tedesco
dell’Ottocento, oggi funzionante con un motore ecodiesel
a bassissimo impatto inquinante, e che può portare fino
a 30 persone.
Le particolarità naturalistiche del parco sono, ancora
oggi, la presenza di cinghiali maremmani e di grandi branchi
di daini. Nei periodi delle grandi migrazioni, soprattutto
da ottobre a marzo, i prati allagati permettono la sosta
di specie rare per l’Italia come la beccaccia di mare,
il chiurlo piccolo, il falco pescatore, le gru e le oche
selvatiche.
Nel lago di Massaciuccoli, oasi di protezione
gestito dalla Lipu (Lega italiana per la protezione degli
uccelli), è possibile incontrare aironi di ogni specie,
ma anche il martin pescatore o il tarabuso.
Alla fine dell’inverno l’attività dei guardiaparco che
lavorano nella tenuta presidenziale è tutta dedicata al
controllo degli animali bradi che vivono nel parco e alla
doma dei giovani puledri. Il parco infatti è anche una
vera palestra per chi voglia fare del buttero una rinata
professione a contatto con la natura. Una professione
questa che si era persa per decenni e che sta riprendendo
forza proprio in questi ultimi anni.
Ed è in primavera
che le zone sabbiose della Tenuta, a ridosso delle dune
costiere, riecheggiano dei richiami dei gruccioni, gli
spettacolari uccelli che ogni anno, dopo aver svernato
nelle foreste dell’Africa subsahariana, migrano fino a
raggiungere l’Europa centrale.
Da
noi in Italia l’arrivo dei gruccioni coincide con
l’inizio della stagione calda. E questi coloratissimi
uccelli (hanno tutte le sfumature dell’arcobaleno)
formano vere colonie fittissime. I nidi, scavati nelle
zone più friabili della roccia ferrosa o su pareti
sabbiose che costituiscono l’argine di fiumi o di
canali, sono costituiti da una camera interna
inavvicinabile e da una galleria lunga anche un metro
che porta all’incontro tra questi magici e
coloratissimi animali e la loro prole.
Un discorso naturalistico a parte lo merita il lago di Massaciuccoli. Qui i birdwatchers partecipano a gare in
cui vince chi avvista più specie; gli appassionati possono
seguire percorsi con appostamenti e feritoie per fotografie
e per osservazioni con cannocchiale.
E, a pochi metri
dall’ingresso della villa di Giacomo Puccini, l’Ecotour,
una società di servizi che ha sede a Viareggio, offre
la possibilità di visitare il lago e le sue meraviglie
a bordo della “Burlamacca”.
Affascinanti specie del mondo
ornitologico ma anche archeologia e storia antica: il
lago ha preservato fino ai giorni nostri i resti di una
grande villa e di terme romane, chiamate nella tradizione
locale “le buche di Nerone”.
Fabrizio Carbone, giornalista e scrittore esperto di
problemi ambientali
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