Vi presentiamo alcune delle opere che potrete ammirare venendo
a San Miniato. Molte altre, insieme
a noi, vi aspettano in questa cittadina toscana ricca d'arte
e di storia.
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mappa con foto
grandi
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La sua costruzione risale al
XIII secolo quando alcuni monaci agostiniani provenienti dal
vicino convento di San Martino a Castiglione, per trovare
un asilo più sicuro dentro le mura, edificarono la chiesa
ed il convento. Dal XVII secolo fu presa sotto la protezione
della famiglia Migliorati che l'ampliò e la trasformò.
Nel 1774 i religiosi agostiniani furono soppressi e una parte
del convento fu inglobata nei beni dell'ospedale. |
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Costruito
probabilmente nel secolo XVII, quando la famiglia Migliorati
giunse al massimo del suo potere, presenta sulla facciata
un bel portale sormontato da stemma in pietra.
Recentemente restaurato è oggi sede dell'Accademia degli
Euteleti' la più antica istituzione
culturale sanminiatese, sorta già nel secolo XVI ad opera
di un gruppo di intellettuali chiamati "Affidati". Dopo un
lungo periodo l'Accademia venne rifondata nel 1822, grazie
all'iniziativa di due sacerdoti, Pietro Bagnoli e Torello
Pierazzi, i quali tornarono a promuovere studi, dibattiti,
riunioni di argomento letterario. Venne coniata la nuova denominazione
"Accademia degli Euteleti"(uomini di buona volontà che perseguono
il buon fine) e fu scelta l'insegna: un cavallo accorrente
vittorioso alla meta.
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Piazza Buonaparte
e Palazzo Buonaparte
Di forma triangolare corrisponde
alla medievale piazza del ponticello. Sede per secoli del
mercato settimanale è chiamata anche popolarmente "piazza
dei polli".
E' circondata da palazzi di alcune famiglie nobili sanminiatesi
costruiti tra il XVI e il XVIII secolo, che hanno conservato
solo la facciata originaria: i palazzi Alli-Maccarani e Franchini
sul lato Nord e il palazzo Buonaparte su quello Sud.
All'imbocco con via Maioli la piazza è chiusa dall'oratorio
dei Santi Sebastiano e Rocco.
Al centro è collocato il monumento in marmo bianco al
Granduca Leopoldo II ("Canapone") opera di Luigi Pampaloni
(1843).
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Eretta agli inizi del '500 in
un'area dove la famiglia Buonaparte aveva una loggia, fu a
lungo abbandonata fino al 1967, quando restaurata e affrescata
da un gruppo di pittori sanminiatesi fu riaperta al culto.
All'interno un'acquasantiera tardo gotica in marmo, una croce
dipinta di Dilvo Lotti e sulla calotta absidale San Sebastiano
in Gloria.
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Convento di San Francesco
Si narra che nel 1211 alcuni
nobili sanminiatesi invitarono San Francesco che si trovava
ospite presso la fattoria di Santa Gonda e gli donarono un
luogo di culto e di ricovero per i suoi seguaci. L'edificio
fu subito ingrandito seondo un progetto del frate Elia da
Cortona, architetto del convento di Assisi. Nel 1276 iniziò
la costruzione della nuova chiesa, alla quale nel 1343 furono
aggiunti ambienti ad uso di convento e sagrestia. Ulteriori
ampliamenti furono fatti nel 400 e successivamente tra il
600 e 700 fu ristrutturato il convento.
All'interno si trovano due chiostri: quello dei "padri" risalente
al secolo XVI e quello dei "novizi" del settecento.
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La chiesa fu costruita per ospitare
un crocifisso al quale i sanminiatesi attribuivano la protezione
dall'epidemia della peste del 1631; il crocifisso si narra
fosse stato lasciato da due viandanti nella metà del secolo
XIII ad una vedova di San Miniato, con il passare degli
anni diventò oggetto di devozione e fu assunto a simbolo della
città fino appunto ad attribuirgli una chiesa.
Il progetto della chiesa è dell'architetto Antonio Maria Ferri
e la costruzione, iniziata nel 1705, terminò nel 1718.
Il compito più difficile per l'architetto fu inserire l'edificio
in un ripido pendio e renderlo armonico con le altre strutture
medievali.
La chiesa ha la pianta a croce greca sormontata da un tamburo
circolare e dalla cupola in cui è inserita una lanterna cieca.
All'interno si possono notare affreschi di Antonio Domenico
Barberini (1712-1718).
Sull'altare maggiore il tabernacolo che custodisce la
venerata immagine del crocifisso è chiuso da una tavola dipinta
da Francesco Lanfranchi.
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Situato di fronte alla chiesa
del Santissimo Crocifisso, fu eretto intorno al 1300
per residenza dei 12 Difensori del popolo.
La sala del Consiglio conserva alcuni stemmi dei giusdicenti
databili dal 1390 al 1500.
Vi soi trova inoltre un affresco raffigurante la Vergine che
allatta il bambino attribuito a Cenni di Francesco di Ser
Cenni (1393-1415).
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Oratorio del Loretino
Fu costruito tra il 1285 e il
1295 nel palazzo civico, ad uso dei governanti. Nel 1399 vi
fu riposta l'immagine del Santissimo Crocifisso fino al 1718
quando fu portata nella nuova chiesa. Al suo posto fu collocata
la Madonna di Loreto.
All'interno si nota un magnifico altare attribuito a Noferi
di Antonio Noferi (1515-1531); il tabernacolo fu dipinto da
Francesco Lanfranchi detto Spillo.
Gli affreschi della volta sono del secolo XVI; la cancellata
in ferro battuto è del senese Conte di Lello Orlandi.
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Piazza della Repubblica
La piazza ha la forma asimmetrica
ed è delimitata a Sud, in tutta la sua luce, dalla facciata
dell'edificio del seminario e per questo è comunemente chiamata
piazza del Seminario. Dall'altra parte si eleva la facciata posteriore del Palazzo
Vescovile; vi si accede tramite due porte: ad Ovest l'antica
porta "topparium", ricostruita alla fine del XVI secolo e
ad Est la porta del Comune. Tre rampe di scale portano al
soprastante prato del Duomo.
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Palazzo del Seminario
L'edificio del Seminario è sorto
in un'area dove si trovavano case e botteghe addossate alle
mura castellane; infatti l'andamento sinuoso della cinta muraria
ha condizionato la facciata poliedrica della costruzione.
Le figure allegoriche entro i medaglioni e le iscrizioni con
le sentenze dei Padri della chiesa furono affrescate dal pittore
fucecchiese Francesco di Pietro Chimenti nel 1705.
Al piano terreno alcuni sporti a "T" testimoniano la destinazione
a bottega artigiana medievale delle primitive costruzioni.
Piazza del Duomo
Insieme al vicino prato
della rocca costituiva l'area fortificata del castello svevo,
circondata da muri e torri.
Su di essa si affacciano la cattedrale con il campanile e
l'annesso museo diocesano, il palazzo vescovile e quello dei
Vicari.
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L'attuale costruzione risale
al 12220-1250 e fu costruita su una precedente chiesa del
700, di questa antica chiesa dedicata a Santa Maria Assunta,
restano, inseriti nella facciata, il leone rampante e mensola,
un labirinto e la maschera demoniaca.
La chiesa, chiusa al culto dal 1378 al 1489 dai Fiorentini
che l'avevano adibita ad armeria, fu riaperta nel 1489 ristrutturata
e collegata alla torre di Matilde che divenne il campanile.
Fu levata cattedrale con la bolla di papa Gregorio XV nel
1622.
Nel 1944 fu oggetto di un bombardamento che causò la morte
di oltre 50 persone.
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La costruzione risale ai soggiorni
a San Miniato dell'imperatore Enrico IV (1184-1194) e faceva
parte della cinta muraria.
Nel 1348 vi fu installato l'orologio e fu collegata al duomo
alla fine del XV secolo, quando vi furono collocate quattro
campane. Viene chiamata Torre di Matilde per la tradizione
che vuole la contessa Matilde di Canossa nata nel vicino palazzo
dei Vicari.
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Adiacente alla Cattedrale, dove
in passata si trovavano le sagrestie, è oggi collocato il
Museo Diocesano d'Arte Sacra, inaugurato nel 1966.
Nelle cinque sale si trovano circa 100 opere provenienti da
varie parrocchie della Diocesi.
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Il palazzo è dal 1622 sede del
Vescovado, è stato più volte restaurato nel corso di secoli,
inglobando le duecentesche torri del Pallaleoni e dei Capitani
del popolo. L'ultima e definitiva sistemazione risale al 1977.
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Risalente probabilmente alla
seconda metà del XII secolo, fu sede dei vicari imperiali
e vi soggiornarono ripetutamente gli imperatori svevi Federico
Barbarossa, Enrico IV, Ottone IV e Federico II. Con la fine
della potenza sveva il palazzo subì un incendio e furono abbandonati
i suoi due piani storici, oggi interrati.
Dal 1370 fu sede dei vicari fiorentini. Nei suoi interratio
erano sistemate le carceri fino al loro trasferimento in San
Martino.
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Sulla sommità del colle, Federico
II, tra il 1217 e il 1221, fece costruire questa torre, simbolo
di San Miniato.
Fu adibita anche a luogo di detenzione per prigionieri politici
ed è quasi certo che vi fu rinchiuso Pier delle Vigne . Mantenne
la funzione di fortezza fino al 1530.
Minata e completamente abbattuta dai tedeschi nel 1944, è
stata fedelmente ricostruita nel 1958.
La sua altezza è di circa 37 m.
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Situato in via Conti risale
alla seconda metà del secolo XV e fu costruito su commissione
di Tommaso Roffia.
All'interno si trovano importanti opere tra cui l'Incoronazione
della Vergine con Santi attribuita al maestro Johnson e la
Vergine col Bambino di un discepolo di Botticelli oltre ad
una scultura in legno raffigurante Cristo deposto.
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La piazza ebbe origine tra la
fine del '200 e inizi del '300. Vi si affacciano oltre alla
chiesa dei Santi Iacopo e Lucia (San Domenico), la facciata
del palazzo Gucci sul lato Est.
La chiesa dei santi Iacopo e Lucia risale circa al 1100. Nel
1330 fu concesso ai padri domenicani di ingrandir la chiesa
e di edificare un convento. Nel 1520 si iniziò la costruzione
del chiostro terminato nel 1660.
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In prossimità della porta
di Faognana fu costruito intorno al 1300 , nei pressi dell'antica
pieve i San Martino, il monastero agostiniano. Rimasto disabitato
in seguito alla peste del 1348, il complesso fu ristrutturato
agli inizi del XVI secolo e infine soppresso nel 1810.
Nel 1856 una parte fu destinata a carcere mandamentale,
l'altra divenne sede del collegio "San Tommaso d'Aquino"
La chiesa ha la facciata in cotto arricchita da un portale
e una finestra settecenteschi.
Attualmente la chiesa è sconsacrata e utilizzata come sala
convegni, il monastero (ex carcere) è stato ristrutturato
ed adibito a complesso turistico.
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La sua costruzione fu commissionata
verso la metà del '500 da Vittorio di Battista Buonaparte
a Filippo di Baccio D'Agnolo. Nel secolo
XVII passò in mano ai Morali e nel XIX alla famiglia Formighini.
Dal 1953 è passato alla Cassa di Risparmio che ne ha fatto
la sua sede principale.
All'interno si trova una preziosa collezione di opere d'arte
di proprietà della Cassa di Risparmio.
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Fu fatto costruire da Ugolino
Grifoni che affidò l'incarico a Giuliano di Baccio d'Agnolo
che attuò una vera e propria rivoluzione urbanistica, demolendo
antiche case trecentesche e arretrando il nuovo edificio rispetto
al fronte stradale esistente, creando una piazzetta antistante
la facciata.
L'edificio, semi
abbattuto durante la seconda guerra mondiale, ha riacquistato
da alcuni anni l'originario splendore i seguito a ristrutturazione.
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La chiesa, comunemente chiamata
la "nunziatina" fu costruita nel 1522 sull'area di un edificio
sacro trecentesco, dalla omonima compagnia, che la donò agli
Agostiniani Eremitani della Congregazione di Lecceto (Siena).
I monaci vi fecero importanti restauri e ampliamenti tra la
fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo.
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L'edificio risale al 1226. Nel
1785 fu trasformato in educando femminile. Con l'unità d'Italia
il complesso passò sotto il Ministero della Pubblica Istruzione.
L'edificio in cotto conserva alcune parti originarie, in particolare
il campanile e l'ambiente della ex sagrestia, sul cui portale,
in una lunetta gotica, è inserita una formella marmorea raffigurante
la Maddalena (sec. XIV).
Nella Sala del Consiglio sono conservate pregevoli opere d'artel.
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