Il professor
Jamiolkowski, a capo della commissione di esperti, racconta come si sta raddrizzando il
monumento: finora sono stati recuperati quasi 2 millimetri
La Torre di Pisa ora pende un po' meno
Per la Torre di Pisa è incominciata l'operazione
raddrizzamento. Da due settimane i tecnici sono impegnati in un delicatissimo lavoro
attraverso il quale si è già guadagnato un millimetro e mezzo: la sommità, cioè, è
tornata indietro verso Nord e quindi pende un millimetro e mezzo di meno. Detto così
potrà sembrare poca cosa, "ma questo significa che la soluzione adottata dopo molte
valutazioni funziona" precisa il professor Michele Jamiolkowski, presidente della
commissione di esperti che governa l'intervento. "Però - aggiunge - per pronunciarci
con sicurezza dobbiamo aspettare quattro-cinque settimane durante le quali vedremo come
reagirà la Torre continuando a scavare sotto il suo basamento". Dopo aver sistemato
le famose "bretelle" che in caso di cedementi eccessivi del suolo terranto in
piedi comunque il prezioso monumento, i tecnici hanno incominciato a creare una serie di
canali di trivellazione del diametro di circa venti centimetri sul lato Nord. Finora sono
sei ma si arriverà a dodici. Nei fori si inserisce una trivella che oltre a fare il buco
arrivando sino ad un metro sotto le fondamenta della Torre, asporta anche il terreno. Nei
fori svuotati si verificano di conseguenza dei piccoli crolli; il suolo, cioè, cede sul
lato Nord sotto il peso della costrutione che in questo modo rialza la testa. Per ottenere
il raddrizzamento di un millimetro e mezzo si è tolto un metro cubo di terriccio.
"Naturalmente teniamo sotto controllo con diversi strumenti l'intera struttura -
precisa Jamiolkowski - e misuriamo l'entità dei cedimenti procedendo con estrema lentezza
per non correre rischi. Dopo due mesi di operazioni potremo essere legittimitati a
continuare fino in fondo, secondo i piani" Una volta completato, però, avremo
garantito alla Torre di Pisa una condizione di stabilità e sicurezza per almeno trecento
anni".
La costruzione del celeberrimo monumento nella Piazza dei Miracoli era incominciata nel
1173 su disegno dello scultore e architetto Bonanno Pisano. Cinque anni dopo, sembra per
difficoltà politiche, l'opera veniva interrotta quando era arrivata alla terza loggia. E
così rimaneva per quasi un secolo finchè nel 1272 il cantiere era riaperto sotto la
guida dell'architetto Giovanni di Simone. Ma su di lui si abbatteva la sfortuna e dopo sei
anni, quando ormai l'opera era vicina alla conclusione con le sei logge ultimate, si
vedeva costretto a bloccare tutto perchè la torre si era inclinata pericolosamente.
Trascorse quasi un altro secolo e i lavori erano ripresi solo nel 1360 dall'architetto
Tommaso di Andrea Pisano che finalmente poneva fine alla preziosa opera dieci anni più
tardi.
Tuttavia, se si esclude un periodo di stabilità tra il 1600 e il 1800, la Torre
continuava ad aumentare la sua pendenza sul lato Sud sino ad arrivare nel 1994 a oltre
cinque gradi (5^33'36'', per l'esattezza, e ciò significa che il bordo superiore dove
c'è il parapetto, sporge dal perimetro della base di ben 4,47 metri). "Da quando nel
gennaio 1994 abbiamo sistemato i contrappesi di piombo alla base della Torre
l'inclinazione si è arrestata - nota Jamiolkowski - ed ora cominciamo a recuperare".
Per garantirle comunque una salute stabile bisognerà anche procedere ad un rinforzo
strutturale al livello della prima loggia dove si trova il punto più critico per il gioco
delle forze che agiscono nella struttura. Qui, infatti, è stato sistemato un collare
metallico che dovrà essere rimosso dopo aver provveduto, appunto, al consolidamento con
elementi non visibili all'esterno. Ma questa parte dei lavori (del costo di un miliardo di
lire) non si è potuta avviare perchè attende delle decisioni politiche di cui ancora non
si vede traccia.
Ma gli esperti sono fuori legge
Se un pretore decidesse di incriminare tutti i componenti della commissione di esperti
impegnati sulla Torre di Pisa per atti illeciti lo potrebbe fare tranquillamente. E per i
14 specialisti internazionali sarebbero certamente guai seri. Il loro mandato è infatti
scaduto il 3I dicembre e, da allora non è stato più rinnovato. Quindi anche la decisione
che hanno preso di procedere nello scavo ora in corso sotto le fondamenta e che ha già
raddrizzato il monumento di un millimetro e mezo, è di fatto un arbitrio che potrebbe
essere perseguito.
"Non abbiamo alcun mandato ma solo l'invito a continuare da parte del ministro dei
beni culturali Giovanna Melandri e del direttore dello stesso ministero", dice il
professor Michele Jamiolkowski, presidente della commissione. "In effetti - aggiunge
- non potevamo interrompere i lavori a questo punto dell'opera. Però questa è la
situazione".
Assurda, come al solito, perchè l'autorizzazione al gruppo di esperti forrnato dal
governo nel 1990 rimane in vigore soltanto per un anno e poi deve essere rinnovata
addirittura con l'approvazione di un disegno di legge. Quindi si può facilmente
immaginare che cosa possa succedere con i tempi e il grado di attenzione del Parlamento
italiano.
La mancanza del rinnovo, però, se non ha fermato lo scavo sotto la Torre e riuscita a
bloccare i lavori del suo consolidamento altrettanto importanti per evitare che un giorno,
improvvisamente, si sbricioli sotto gli occhi del mondo. Del resto non si può pretendere
che i commissari rischino su tutto. Insomma, finora, sembra più difficile cambiare la
regola di un'assurda amministrazione che raddrizzare la Torre di Pisa. |