Servizio di
Gigi Multatuli
E' ancora polemica sulla Torre di Pisa. Preoccupante questa volta perchè nasce all'interno del Comitato internazionale di salvaguardia del monumento. Il botta e risposta infatti è tra i professori John Burland e il coordinatore Michele Jamiolkowsky. Le dichiarazioni di Burland docente di ingegneria all'Imperial college di Londra, alla rivista inglese "Ground engineering" non lasciano dubbi circa l'urgenza di far ripartire il cantiere fermo da mesi: "La Torre di Pisa può crollare in ogni momento. Un terremoto ma anche una tempesta potrebbero far cadere la torre. Ma il rischio più grosso è che la struttura si disintegri a causa delle tensioni". Immediata la reazione del coordinatore Jamiolkowsky, che ha detto seccatamente che "non esiste alcun pericolo di crollo per la torre e non c'è alcun motivo di allarme".
Alla fine del mese, il 29 e 30 novembre, il comitato tornerà a riunirsi per fare il punto della situazione e deliberare definitivamente il progetto di sottoescavazione e di messa in sicurezza della torre che, pesa 15 mila tonnellate. Le preoccupazioni di Burland sono anche quelle dell'Opera primaziale ecclesiatica: "E' necessario riattivare il cantiere e si superino rapidamente i tempi morti come questi e si ricominci a lavorare secondo il progetto approvato". Un progetto che anche i nuovi componenti il comitato, nominati l'estate scorsa, hanno sostanzialmente accolto. Il progetto dei lavori che dovranno concludersi entro il 1999 prevede che venga effettuata una sottoescavazione di terreno attorno alla base dalla parte del lato opposto a quello inclinato. Contemporaneamente la torre verrà sostenuta da due cavi di sicurezza che ne impediranno eventuali cedimenti nel caso la sottoescavazione provocasse reazioni non previste dagli studiosi del comitato. Un progetto sul quale si discute da anni e che ha rallentato il suo normale iter a causa, inizialmente, della mancata approvazione della legge e, dopo il rinnovo del comitato, per consentire un approfondimento ai componenti appena nominati. Ed è proprio durante l'ultima riunione che il comitato aveva definito le tappe di esecuzione dei lavori compresa la fase di sperimentazione e carotaggio sotto la torre per monitorare le reazioni del monumento.
Se tutto filerà liscio i lavori procederanno a ritmi veloci. Una seconda affermazione di Burland ha provocato una secca smentita di Jamiolkowsky in relazione a quanto il professore inglese avesa dichiarato circa il costo dell'opera di messa in sicurezza. Secondo Burland il progetto costerebbe 60 miliardi mentre il coordinatore del comitato sostiene che "costerà almeno cinque volte meno di quanto stimato da Burland".
Pisa non è solo la Torre. Ieri mattina gli assessori provinciale e comunale, Aurelio Pellegrini e Grazia Gimmelli, hanno presentato gli investimenti effettuati dagli enti locali per il restauro di alcuni beni culturali. L'assessore regionale, Marialina Marcucci, non è potuta intervenire personalmente a causa di un impegno imprevisto. Nel triennio appena concluso sono stati 21 i miliardi investiti nel restauro di opere come il camposanto monumentale o la chiesa della Spina sul Lungarno. Ma anche il palazzo Lanfranchi che riaprirà i battenti a gennaio con una mostra internazionale su Leopardi. Mentre tra non molto si potranno ammirare gli affreschi del Camposanto di piazza dei Miracoli che erano stati danneggiati e tolti dalla loro sede naturale dopo il terribile bombardamento nell'ultima guerra. Il territorio della provincia pisana è stato però in gran parte coinvolto con 12 interventi che rappresentano un quarto di quelli operati in tutta la regione. Sono stati interessati infatti anche opere nei comuni di Vicopisano e Cascina; Santa Maria a Monte dove si inaugurerà la torre dell'Orologio il 22 prossimo; Pomarance con la rocca Sillana e il restauro di casa Bicocchi.
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