A Pisa polemiche al veleno: e il
monumento rischia d'essere abbandonato
Torre, la rivolta dei saggi
"Niente soldi e progetti. La burocrazia ci umilia"
Servizio di
Fabio Demi
I saggi che devono salvare la Torre ne hanno le tasche piene della
burocrazia: "Abbiamo sopportato ogni umiliazione. Ora ci chiediamo chi ce lo fa
fare di essere membri di questo comitato? Di certo non ce l'ha ordinato il
dottore".
Lo sfogo (l'ennesimo) è del professor Michele Jamiolkowski, presidente
del comitato internazionale che da anni lavora per garantire la
stabilità del campanile pisano. Lui, il campanile, sta bene. Dopo la
grande paura del settembre scorso, quando una forte oscillazione fece scattare
l'allarme rosso, la Torre si è assestata. Negli ultimi mesi è
rimasta stabile; e, anzi, ha guadagnato qualche decimo di millimetro in
direzione nord, quella buona, quella cioè che permette di ridurre la
pendenza.
Ma la salute della Torre è ancora una volta messa in pericolo dalle
clamorose inadempienze della Presidenza del Consiglio dei ministri nei
confronti del comitato. Ieri i saggi si sono riuniti a Pisa, nella sede
dell'Opera della Primaziale, per fare il punto della situazione. Tecnicamente
è tutto a posto, ma il lato amministrativo è spaventoso. I1
comitato è stato privato dei soldi, e il Consorzio che sta facendo i
lavori alla Torre non riscuote da dicembre. E probabilmente non vedrà
una lira prima della fine dell'anno a causa delle enormi lentezze burocratiche
dello Stato. Dunque i lavori stanno per bloccarsi, e potrebbero rimanere fermi
a lungo. Un danno grave perchè il campanile, anche se arzillo, ha
comunque bisogno di cure continue.
Jamiolkowski, incontrando la stampa al termine della riunione del comitato,
è partito dalle notizie buone. Giustappunto: la Torre è okay.
Ultimamente, intorno al monumento, sono stati fatti cinque pozzi di controllo
della falda acquifera sotterranea; questo perchè è stato notato
che in caso di precipitazioni violente, la Torre soffre. Un problema da
affrontare e risolvere anche con un nuovo sistema di fognatura intorno al
campanile: nuovo sistema che è in fase di progettazione.
Inoltre il comitato sta revisionando il progetto dei dieci ancoraggi
sotterranei della Torre. ll piano deve essere cambiato dopo la scoperta del
conglomerato di cemento, unito alla base del monumento da tubi d'acciaio, che
impedisce di procedere con gli ancoraggi. Fu proprio andando a stuzzicare quel
conglomerato che la Torre fece i capricci di settembre. Però un
intervento alle fondazioni dovrà esserci in ogni caso: ecco
perchè il comitato ha deciso di utilizzare due cavi d'acciaio che
avranno il compito di tenere ferma la Torre. I cavi verranno piazzati solo per
brevi periodi, quando potrebbe esserci qualche rischio per la
stabilità.
Sul fronte amministrativo legislativo, il quadro cambia. "Siamo a livelli
insostenibili - attacca Jamiolkowski - Il ministro dei beni culturali Paolucci
aveva fatto un mezzo miracolo rinnovandoci il mandato fino alle fine del 1997.
Questo ci aveva spronato molto, pensavamo di essere finalmente a posto. E
invece no. Ci sono due problemi. I1 primo è che nel nuovo decreto legge
con cui ci è stato ridato l'incarico, è stata tolta una frase
importante. Quella frase ci garantiva la libertà e il potere di decidere
e intraprendere tutti i lavori necessari per la Torre. Ora non è
più così. Non so se è stata una dimenticanza casuale o un
altro tentativo di delegittimare il comitato".
La seconda queotione è forse anche più delicata, perchè
riguarda i quattrini. Il comitato rimase senza soldi qualche mese fa
perchè, per problemi riguardanti la Protezione civile (che, come il
comitato, dipende dalla Presidenza del Consiglio), ci fu un pignoramento di
svariati miliardi. Poi i soldi vennero restituiti, ma si sono impastoiati nella
burocrazia. Dunque il comitato ha le mani legate. "Non vorrei stare sempre a
lamentarmi - commenta Jamiolkowski al colmo dell'amarezza - ma purtroppo siamo
a questo punto". Una vicenda che non fa onore alle nostre istituzioni.
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